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Io ho trovato tutti questi… ce ne sono altri? voi cosa ne pensate?

trota Fario
trota Marmorata
trota Lacustre
trota Macrostigma
trota di mare
salmerino Alpino
Adriatic Trout o Salmo obtusirostris
salmone del danubio o Hucho hucho
salmone siberiano o Hucho taimen
Japanese Huchen o Hucho perryi
Brook Trout o salmerino di Fontana
Lake trout o salmerino Canadese
Bull trout
Golden trout
Cutthroat trout
Apache trout
Gila trout
Aurora trout
trota messicana (Oncorhynchus chrysogaster)
salmone rosso o Red salmon o sockeye (Onchorhynchus nerka)
salmone rosa o Pink salmon
Silver salmon
King salmon o Chinook
Chum salmon
Coho salmon
trota Iridea
Steelhead trout
trota gialla o trota Giapponese
Giapponesi
Yamame trout
Amago Salmon (Oncorhynchus rhodurus)
Oncorhynchus kisutch (salmone argentato)
Oncorhynchus masou (salmone Giapponese o Cherry salmon)
Salvelinus leucomaenis (Whitespotted Char o Iwana trout)
ibrido Marmorata-Fario
ibrido Mediterranea-Atlantica
trota Tigre (maschio salmerino-femmina Fario)
trota Cois Iridea-Iridea gialla
trota Fario greca
Iridea Leopard
Ferox trout

Come saprete è la classica tecnica con canna e mulinello, entrambe molto leggere, alle quali verrà accoppiato un galleggiante scorrevole.

Per saperne di più su questa tecnica potete visualizzare la pagina dedicata.

Prima di cercare di catturare la nostra preda è bene conoscerla un pò di più, ecco quindi la pagina dedicata alla Spigola, leggetela e poi tornate qui.

Giornata, ora, mare ideale.

  • Poco vento o nulla
  • No pioggia
  • Alba o tramonto
  • Alta marea
  • Mare poco mosso o calmo

Meglio se da inizi Ottobre a metà Marzo, tuttavia è sempre possibile insediarla in periodi diversi ma non aspettiamoci grandi taglie.

Come sappiamo, dopo aver letto la pagina della Spigola, queste sono le condizioni ideali per cercare di catturare la nostra Spigola

Come scegliere la spiaggia ideale

  • Fondale sabbioso con presenza di sassi o scogli
  • Presenza di canale di scarico acque bianche o piccoli corsi d’acqua che si immettono in mare
  • La foce dei fiumi è l’ideale

Come abbiamo visto nella pagina dedicata, la spiaggia va scelta in base a queste caratteristiche.

Prima di partire

  • Controllare le maree per stabilire l’ora più proficua, puoi farlo su questo sito
  • Controllare meteo della zona per trascorrere una bella giornata

Consiglio di controllare sempre le maree e recarsi sul luogo di pesca almeno 2 ore prima del culmine dell’alta marea, restandoci poi fino a 2 ore dopo. In modo da battere tutto il periodo di tempo favorevole a qualche abboccata. Poi logicamente anche il meteo va controllato per non avere brutte sorprese o acquazzoni.

Attrezzatura

  • Canna bolognese da 4 metri leggera, meglio se in carbonio alto modulo a diverso intreccio
  • Mulinello 2000 o 3000 anch’esso leggero ma resistente
  • 0,16 monofilo di buona marca in bobina
  • Galleggiante a pera o goccia o all’inglese da minimo 1 a max 3 grammi
  • Bobina per terminali da 0,8 fino a 0,10
  • Ami 17 meglio se serie 2 Tubertini
  • Scatolina piombini
  • Girelle piccoline
  • Bigattini 500g – 1 kg
  • Reggicanna
  • Guadino
  • Immancabile borsa degli attrezzi
  • Torcia frontale se troppo presto o troppo tardi

In linea generale questo è quello che ci serve e che non possiamo proprio lasciare a casa.

La canna deve essere sottile ma robusta, molto bene le bolognesi in carbonio alto modulo a diverso intreccio ( si nota proprio a vista che sembrano attorcigliate su se stesse ) da 4 mt, più lunghe non servono, più corte danno fastidio.

Questo sempre per spiagge normali con il mare quasi attaccato alla spiaggia e non lontano 30 metri dalla sabbia asciutta.

Logicamente ogni luogo ha bisogno della sua attrezzatura specifica ma io parlo sempre in linea standard, condizioni e luoghi più o meno comuni a tutti in Italia.

Il mulinello deve avere la frizione regolabile, deve essere un bel mulinello di marca se non vogliamo avere problemi, ottimi gli Shimano 2000, ma per divertirsi alle prime armi anche un buon mulinello preso dai cinesi potrà farci fare una decina di pescate 🙂 l’importante è che sia piccolo ma resistente e senza intoppi.

Il filo in bobina deve essere di buona marca e massimo dello 0,16, io ho un Falcon.

I Galleggianti devono sempre essere disponibili nella nostra cassetta e variare tra quelli a pera, a goccia, all’inglese, ma sempre di grammature dagli 1 ai massimo 3-4 grammi o la Spigola avvertirà il peso alla toccata.

Li sceglieremo in base alla corrente e al moto ondoso. Mare calmo=galleggiante piccolino da 1 grammo a goccia, forti correnti=galleggianti più “pesanti”. Anche se le forti correnti o mare agitato ci stanno dicendo già di cambiare tecnica!

Il filo per il terminale deve essere scelto in base alla limpidezza delle acque. Acqua limpidissima=0.8 di ottima marca tipo Asso e altri, acque più torbide ci permettono di essere un pò più pesanti con uno 0.10 ma mai andare oltre queste misure.

Sugli ami non discuterei, un modello soltanto, Tubertini serie 2 numero 17. Stop. 🙂

Un bel pò di bigattini per pasturare poco ma spesso, ogni 5-10 minuti. Quindi almeno mezzo chilo ci vuole, dipende da quanto tempo vogliamo restare a pesca e da quante persone abbiamo in squadra.

Immancabile il guadino: peschiamo con fili sottilissimi quindi un guadino è fondamentale o rischieremo di perdere tutte le nostre prede.

Il punto di lancio

Lancieremo sempre accanto al flusso d’acqua che si immette nel mare, sia esso fiume o corso d’acqua, mai direttamente dove sfocia, troppo trambusto.

Anche una decina di metri a destra o a sinistra del canalone andranno benone, cercando di beccare, anche a vista, il gradino di risacca vicino la spiaggia, per capirci, è il punto dove quando facciamo il bagno in mare iniziamo ad avvertire la profondità che aumenta sotto i nostri piedi.

La montatura, si fà sul posto!

Dobbiamo realizzare una montatura che sia in grado di far camminare il nostro bigattino sul fondo, quindi dobbiamo prima misurare la profondità.

Per misurare la profondità:

Mettiamo un galleggiante all’inglese da 2+1 tramite il “ferrettino per la regolazione della profondità” ( ignoro il nome tecnico, ma spiegato in figura 1 ), direttamente alla lenza madre e al capo finale della lenza (dove andrebbe l’amo) ancoriamo momentaneamente una torpilla o piombo che superi la taratura del galleggiante, nel nostro caso un piombo da 1,5 grammi o 2.

Ricordiamo infatti che se sul galleggiante troviamo scritto 2+1, vorrà dire che 2 grammi pesa solo lui e 1 grammo è la taratura che dobbiamo raggiungere con i pallini.

Facciamo scorrere il galleggiante fino alla distanza di circa 1 metro e mezzo dal piombo.

Lanciamo nella zona che abbiamo scelto ( circa 5-6 metri dalla spiaggia ) e vediamo se il galleggiante affonda o resta a galla.

Come pescare la Spigola dalla spiaggia a Bolognese

Se resta a galla vorrà dire che il piombo tocca terra ( ma non sappiamo quanto filo moscio abbiamo sott’acqua )

Se affonda allora dobbiamo alzare ancora di più il galleggiante aumentando la sua distanza dal piombo. Perchè vorrà dire che pescheremo a mezz’acqua o quanto meno non proprio rasente al fondo.

Si deve verificare la seguente situazione per la distanza ottimale:

Dobbiamo stabilire la giusta distanza tra il galleggiante e il piombo in modo che una volta lanciato nella zona che ci interessa, resti visibile solo l’asta del nostro galleggiante. (fig.1)

Sapremo certamente che pescando a questa altezza, lascieremo il bigattino proprio rasente al fondo e libero di muoversi.

Una volta misurata la profondità togliamo il piombo e continuiamo a fare la nostra montatura come segue.

NB: La distanza trovata tra il galleggiante e il nostro piombo deve equivalere, a montatura terminata, alla distanza tra il galleggiante e l’amo, credo sia chiaro.

Intanto pasturiamo

Nel frattempo che realizzeremo la montatura, facciamo qualche fiondata di bigattini nella zona che abbiamo scelto.

Realizzazione della montatura:

Ecco cosa ci occorre, questa è la montatura che uso io, ognuno ne ha una preferita.

  • Galleggiante all’inglese da 2+1, si adatta a tutto, tranne a mare molto mosso
  • Ferrettino con gommini per sistema scorrimento
  • Girella piccola
  • N° 2 pallini per un totale di 0.80 grammi
  • Finale da 40 cm dello 0.8 asso di cuori
  • Amo 17 serie 2 Tubertini

Mi piace perchè:

  1. Innanzitutto sei libero di scegliere e spostare di volta in volta la profondità dove pescare, grazie al ferrettino che ci fa scorrere il galleggiante.
  2. Poi usiamo poco terminale di volta in volta e si sa che più corto è e più resistente sarà!
  3. Il galleggiante all’inglese permette lanci tranquilli senza sforzare molto la canna.
  4. E’ una montatura che permette il cambio veloce del galleggiante se le condizioni del mare cambiano.

Ma vediamola un pò in questo disegno che ho realizzato per voi:

Come pescare la Spigola dalla spiaggia a Bolognese

Direi che non serve aggiungere altro. Nel disegno le misure non sono proprio in scala ma immaginate il galleggiante lontano circa o più di un metro dalla girella e poi il terminale di 40 cm.

Totale tra galleggiante e amo = 1,50 mt, poi logicamente dipende dalla profondità che abbiamo calcolato prima.

Azione di pesca

Finalmente effettuiamo il primo lancio dopo aver innestato un solo bigattino come in figura, o a limite 2 bigattini, uno a calza che riveste l’amo e l’altro dalla testa sempre sottopelle, libero di muoversi.

Cerchiamo di lanciare sempre nella stessa zona trovata prima.

Nell’attesa osserviamo con un occhio il galleggiante e con l’altro il mare. Se notiamo “bollate” o movimenti di attività dei pesci perdiamo qualche lancio in quel punto preciso.

Ferrata e recupero

Inutile dire che appena il galleggiante va giù dobbiamo ferrare, non violentemente ma in modo secco e preciso nell’istante in cui il galleggiante affonda. Perdere il tempismo è un erroraccio!

Se saremo fortunati sentiremo la nostra Regina tirare con tutte le sue forze.

Apriamo, allentiamo, leggermente la frizione concedendogli un pò di filo, ma teniamo sempre la mano ferma e non facciamola allontanare molto.

Il filo deve restare sempre in tensione ma controllato dal nostro polso.

Appena notiamo un cedimento recuperiamo prontamente ma sempre attenti alle “testate”. Abbiamo terminali sottilissimi ed è un attimo rompere tutto.

Prendiamo il guadino o facciamoci aiutare da un amico se è bella grossa.

Appena toglierà la testa dall’acqua dovremmo farla planare a pelo d’acqua in maniera convinta fino a portarla nel guadino, ma sempre facendo attenzione a non spaccare tutto.

Bene, è fatta! E’ nel sacco!

 

C’è una nuova pagina su Facebook da noi gestita. Si chiama Pescare in Toscana ed è agli inizi. E’ stata creata per tutti coloro che vivono in questa regione e per chi vuole venire a pescare da noi. Siete tutti ben graditi.

http://www.facebook.com/home.php#!/pages/Pescare-in-Toscana/124095284429106

 

Vi aspettiamo!

Salve a tutti, vorrei scrivere due righe per mettere in evidenza il problema siccità che quest’anno come non mai ha colpito l’italia (anche se io parlerò delle mie zone ovvero la toscana). I fiumi sono arrivati a minimi storici veramente preoccupani che fanno spavento. Arno, Ombrone, Merse, Arbia, Cecina, Ombrone Pistoiese ecc sono diventate strade e ci si può tranquillamente camminare. I letti dei fiumi sono praticamente secchi e le morie dei pesci sono devastanti. Tra Cecina e Camaiore si contano oltre 900 kg di pesce morto (Carpe, Muggini, Persici Sole), nella laguna di Orbetello sono morte centinaia e centinai di pesci di fondale e anche a Istia d’ombrone sono stati trovati cavedani e barbi morti sulle rive del fiume. Quest’anno in toscana è mancato quasi il 70% delle piogge e per il momento non si prevede affatto un autunno piovoso. Anche i laghi sono quasi prosciugati e anche li i pesci muoiono ogni giorno. Grande danno anche all’agricoltura e qui a breve sarà finita la riserva idrica. Siamo davvero nei guai.

Ci scusiamo per il periodo di latitanza, a breve ritorneremo a scrivere!

La Spigola

Un predatore curioso per natura, dal corpo affusolato e dalle mandibole prominenti che può raggiungere i 10/12 kg di peso.
La spigola è un pesce gregario in giovinezza che, con la crescita, diventa un predatore solitario che batte ampie zone di caccia.
La sua alimentazione è costituita prevalentemente da minutaglia, quali avannotti ed individui giovani di muggine, ceche (le piccole anguille, per intenderci) e gamberi.
Presente nel sottocosta si spinge anche in acque salmastre. Si ha testimonianza di esemplari catturati anche a diversi chilometri dalla foce di fiumi con buona portata.

La zona di pesca : il Fiume

La zone ove andremo a praticare la trattenuta alla ricerca della nostra amata è il fiume, sulla foce o in prossimità della stessa.
Prossimalmente alla foce, l’acqua del mare si mescola a quella dolce, rimanendo tuttavia sul fondo : è proprio in questa zona che dovrà essere effettuata la calata ed è importante per questo conoscere la conformazione del fiume.
In acqua salmastra, la spigola accerta il suo territorio di caccia sulla zona sabbiosa e, se presenti, attiguamente alle scogliere sull’argine del fiume stesso.

L’attrezzatura

Per questa tecnica, sono strettamente necessarie una bolognese ad azione di punta dai 7 agli 11 metri (in relazione alla larghezza del corso d’acqua) ed un mulinello, con un buon rapporto di recupero ed una buona frizione centesimale, la cui capacità non dovrà essere esagerata (caricheremo in bobina, di fatti, diametri non superiori allo 0.16).
Dovremo procurarci galleggianti dai 2 ai 4 gr, preferibilmente a pera rovesciata, torpille intercambiabili dai 2 ai 10 gr. ed ami, molto meglio se affilati chimicamente, a gambo lungo dal 18 al 10 e a gambo corto con pancia larga del 6.
Ci occorrerà, inoltre, filo per i terminali dallo 0.10 allo 0.14, indispensabilmente morbido, poichè questa carateristica è indispensabile per una presentazione ottimale dell’esca.
Saranno strettamente necessarie le sonde, sia nel modello a clip sia nel modelo “stonfo” per l’amo.

La Montatura

Galleggiante.
La montatura non è di difficile realizzazione e dovrà essere creata in funzione delle condizioni di pesca.
Fissato il galleggiante, si passerà la torpilla intercambiabile fermata da uno o più pallini spaccati (vedremo successivamente le varianti)e si collegherà alla lenza madre il terminale,con lunghezza dai 120 ai 200 cm (secondo le preferenze del pescatore) che diminuiremo di diametro in relazione alla limpidezza dell’acqua. Sarebbe meglio evitare la girella per collegare il terminale alla lenza madre, poichè ne risentirebbero elasticità e morbidezza in corrente.
In caso di corrente media, in cui pescheremo con piombatura dai 6 ai 10 gr.,non sarà strettamente indispensabile montare una lenza “a scalare”, potremo quindi montare unicamente la torpilla intercambiabile fermata da un pallino di bassa grammatura.
In caso di corrente bassa, in cui pescheremo con piombatura dai 3 ai 6 gr., per presentare correttamente l’esca sarà d’aiuto montare una lenza “a scalare”, con piombini spaccati che aumenteranno di grammatura dal nodo del terminale verso il galleggiante.
La “spallinata” non dovrà essere più lunga dei 65 cm e, importante, la distanza fra i pallini si ridurrà man mano che ci avvicineremo al nodo col terminale.

Pallino

In presenza di una forte corrente, andremo a pescare non più col galleggiante ma con un pallino, dai 10 ai 15 gr.
La montatura è di facile realizzazione: andremo a fermare un piombo, a pera o a sfera, a fondo lenza, sopra al quale si troverà una girella (del tipo adottato per il surf casting) fermata a 10 cm dal pallino stesso con due chicchi di riso a cuisarà collegato il terminale, idoneo a quello utilizzato per il galleggiante, di non più di 120 cm.
Con questa tecnica, le abboccate verranno individuate sul puntale.

Le Esche

Le esche che adotteremo potranno essere, se procurabili, il gambero e la ceca (attenzione : informatevi riguardo la regolamentazione di quest’ultima, poichè in più comuni il suo uso è vietato) o, diversamente, il bigattino ed il saltarello.
Il gambero verrà inescato su di un amo a gambo lungo del 10, per la coda senza arrivare alla parte cefalica.
La ceca, avendo l’accortezza di romperne l’ossatura al centro prima dell’innesco (si aggroviglierebbe,altrimenti,alla lenza), verrà innescata su di un amo a gambo corto del 10 proprio sul punto di frattura.
Il bigattino verrà innescato a corona su ami del 16 a gambo medio, calzando il primo sul gambo stesso ed il secondo a pendere per la coda, libero di muoversi.
E’ possibile innescare un unico bigattino, su ami del 18, a coda, evitando quindi di calzarne un secondo.
Il saltarello verrà innescato su un amo dell’8, a gambo corto e panciuto, per un breve tratto della testa, lasciando una lunga coda libera di muoversi.

Iniziare la pesca

Per iniziare la pesca, è fondamentale sondare il fondale.
La sonda, in caso di correnti medie, verrà posto sull’ultimo pallino prima del terminale ed il fondo verrà regolato di modo che, effettuando la sondata, il galleggiante esca per la metà del corpo dall’acqua.
Pescando con una spallinata leggera, la sondatura sarà omonima ma effettuata dall’amo e non più dall’ultimo pallino.
Pescando col solo pallino, non sarà necessario pescare.

In pescata

Una volta sondato, si potrà entrare in pescata.
Pescando col galleggiante è importante il lancio che verrà effettuato davanti a noi, avendo l’accortezza di mantenere la lenza ad una lunghezza non superiore a quella fra il puntale della canna ed il mulinello. Si lancerà, quindi, come si stesse usando una canna fissa.
Trattenuta la lenza, essa entrerà in corrente ed il galleggiante si disporrà sulla linea del puntale. Non lasciamo filo e non allontaniamo per più di 150 cm il galleggiante dalla nostra canna che, in pescata, rimarrà parallela allo specchio d’acqua.
Per verificare la correttezza della piombatura, una volta che la lenza entrerà in corrente, solleveremo lievemente il puntale tanto che il galleggiante fuoriesca dall’acqua fino all’asttina : la pescata sarà corretta se l’asta stessa fomerà con la superficie del fiume, verso di noi, un angolo di 45°.Nel caso in cui l’angolo sia inferiore a quest’ampiezza, occorrerà incrementare la piombatura, nel caso in cui l’angolo sia maggiore, diminuirla.
La mangiata verrà segnalata dal galleggiante che affonderà di netto, rapidamente e la ferrata dovrà essere pronta e decisa, ma non irruenta, poichè si rischierebbe di spezzare il terminale.
E’ consigliabile pescare con la frizione aperta, poichè la spigola tende a fuggire non appena sente la “puntura” dell’amo. La fuga del pesce sarà, quindi, repentina ma non troppo duratura. Di fatti, la spigola tende a stazionare in corrente e, se di taglia ragguardevole, a ragiungere il fondo e a poggiarvisi con il ventre. In questo caso, non dovremo assolutamente forzare il recupero perchè una volta lì si smuoverà solo quando vorrà.
Pescando col pallino, si lancerà più a monte, in maniera omonima al galleggiante, come si usasse una canna fissa, reggendo l’amo.
Si aspetterà, quindi, che la lenza entri in corrente e si terrà la canna come descritto per il galleggiante.
L’abboccata sarà indicata dal puntale e ferrata e combattimento saranno omonimi al suddetto.

Importante : La pasturazione

La pasturazione, a base di bigattino, è fondamentale per questa tecnica. Con l’esperienza, riusciremo a perfezionare sempre maggiormente le modalità che, in linea di massima, rispetteranno un vademecum non troppo impegnativo.
Sarà indispensabile una fionda dal capiente scodellino poichèdovremo pasturare a monte sulla linea del galleggiante.
Più sarà intensa la corrente, più la pasturazione dovrà essere distante dal galleggiante, sempre verso monte, sia che si peschi col galleggiante sia che si peschi col pallino.
Non pastureremo troppo abbondantemente, fiondando circa ogni 15 min.

Qualche Trucco

Pescando col galleggiante, una volta che la lenza è entrata in pesca, per invogliare l’attacco potremmo, di tanto in tanto, ritirare il galleggiante vero monte e rilasciarlo o lentamente o a strappetti, prendendo il filo in mano all’altezza del mulinello.
Per una pasturazione che vorrà essere più precisa, potremmo costruirci un accessorio casalingo.
Ci muniremo di una spugnetta metallica, di quelle per lavare le stoviglie, reperibile in ogni negozio di casalinghi che piomberemo con un pallettone di 100 gr e che collegheremo ad una fune che ne permetterà il recupero una volta effettuata la pasturazione.
L’accessorio verrà lasciato fra i bigattini che ne riempiranno i vuoti e quindi verrà calato all’altezza del galleggiante, a circa un metro a monte dello stesso, per essere recuperato dopo circa 10 min.

Pescare l’anguilla…

Fatta di notte e quando il fiume è sporco, la pesca a fondo è senza dubbio la più usata e la più redditizia tra le tecniche sportive.Essendo l’anguilla un pesce molto combattivo e molto potente, è indispensabile possedere una canna con cimino rigido e robusto. Il mulinello dovrà essere in grado d’imbobinare un nylon di grosso spessore.Una prima montatura consiste in una lenza madre del 030 che porta la zavorra scorrevole, da cui pende un terminale dello 025 lungo 50 centimetri, armato con un amo del 7 a gambo corto.Una seconda montatura, invece, consiste in una lenza madre dello 040, che termina con una girella a moschettone, alla quale è fissato, con un’asola, un tratto di nylon dello 035, sul quale scorre un piombo forato di 30 grammi, un tubicino di gomma paracolpi lungo 3 centimetri e termina con una girella alla qual è legato il terminale dello 030 lungo 30 centimetri armato con un amo forgiato storto del n°6.Non è necessario lanciare in mezzo al fiume, perché il più delle volte l’anguilla si trova vicino alla riva nella ricerca di cibo. L’esca che l’anguilla preferisce è senza dubbio il verme di terra, di cui si nutre tutto l’anno e che può essere innescato su ami dal n° 4 al n°7.Un’altra esca buona sono le interiora di pollo, non lavate, tagliate in pezzi lunghi 7 o 8 centimetri, che vengono infilati a calza su ami a gambo lungo di n° 6-8, in modo che l’ardiglione spunti a metà dell’esca. Si possono usare come esca anche pesci morti.La ferrata deve essere decisa e di particolare importanza è il recupero, che dovrà essere fatto il più velocemente possibile, per evitare che l’anguilla s’impigli con la coda in qualche ostacolo sott’acqua e che non sia perciò più possibile salparla.Per uccidere l’anguilla senza farla soffrire, bisogna prenderla per la testa con una mano avvolta in uno straccio e con l’altra mano colpirla energicamente con un pezzo di legno nella parte della coda, in modo da rompere il sacco linfatico.Per vedere se l’anguilla sta abboccando, è utile avere una pila o usare i campanelli appositi reperibili nei negozi specializzati di pesca.

ATTENZIONE: Il sangue dell’anguilla è tossico, quindi evitare il contatto con ferite sulla pelle.

http://pescareinsieme.forumcommunity.net/

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Originato da una sorgente si snoda al limite nord della pianura di Rieti per una lunghezza di circa 7 chilometri, confluisce nel fiume Velino  apportandovi una notevole quantità d’acqua (circa 5500 litri al secondo). E’ un classico “chalk stream” di acque sempre abbondanti, pulite e a temperatura costante, con abbondante vegetazione acquatica ancorata al fondale. Non ci sono cascate, buche o raschi, l’acqua scorre uniformemente e solo nell’ultimo tratto (Riserva di Pesca) defluisce più velocemente. Le sponde sono alte, comode e praticabili, ma rendono difficile bagnarsi le mani per manipolare i pesci e operare un corretto rilascio. Per salpare le catture di taglia occorre utilizzare guadini a manico lungo e non il classico guadino a scatto da torrente. Le tecniche più diffuse sono la mosca e lo spinning, ma si pesca bene anche al tocco leggero oppure in passata con un galleggiante di 2-3 grammi. Dalla confluenza con il Velino verso monte si susseguono: una riserva a pagamento dell’Associazione pescatori di Colli sul Velino, poi un tratto libero, a seguire un tratto riservato alla pesca a mosca e infine una zona di divieto fino alla sorgente.
In queste acque potete trovare Fario, iridee e cavedani.

Per info potete contattare pescasportivacolli@tele2.it